mercoledì 29 maggio 2013

Cose da camerieri: i clienti del ristorante.

Questo pezzo e` dedicato a tutte le persone che vanno al ristorante e rompono le palle ai camerieri chiedendo diecimila cose, del tipo:
- mi porterebbe dell'acqua leggermente frizzante e possibilmente a temperatura ambiente?
avete dell'olio piccante, del parmigiano, un'altra forchetta o tovagliolo...- E una fetta di culo no! Potrei continuare all'infinito.
Il problema non sono le richieste in se` per se`, la grande rottura e` che ti chiedono una cosa per volta e tu intanto devi fare diecimila volte avanti indietro, servire gli altri tavoli, andare a prendere le portate in cucina, dove i cuochi si attaccano al campanello finche` non ti vedono ( ora telo infilo dove non batte il sole quel campanello se non la pianti, questo e` quello che penso ogni volta).
Il top del top e` fare questo lavoro in un paese straniero, dove non conosci la lingua e puoi parlare solo inglese; ok nessun problema, invece il problema c'e` e come:
Clienti di tutte le nazionalita` pretendono che parli la loro lingua, soprattutto francesi, olandesi, inglesi, italiani. Passiamo in rassegna le caratteristiche di ogni cliente tipo in base alla nazionalita`:

- Francesi: arroganti, che non si sforzano a parlare inglese neanche se gli proponi un piatto di pupu` come portata principale, hanno tremila richieste e hanno il braccino corto sulle mance. A voi dico:
    -Andate a cagare il cazzo al paese vostro e imparate l'inglese.-

- Olandesi: ovviamente e` il loro paese e fanno come vogliono, di base sono tranquilli, ma gli rode abbastanza il culo se non parli la loro lingua, alcuni si sforzano a parlarti in inglese, ma sembra quasi che ti stiano prendendo in giro. Mi e` capitato di servire una tavolata di donne cinquantenni tutte inprofumate e in tiro, che per ordinare si rivolgevano a me parlando meta` olandese e meta` inglese, siccome pensavano che fossi sorda o rincoglionita, urlavano e scandivano le parole, del tipo:
- I-O.....V-O-L-E-R-E..... P-A-T-A-I-N-E. -
A costoro vorrei dire che non parlo olandese, ma bensi` inglese e che non sono ne` sorda e ne` deficiente. Andate a fare in culo, non capite un cazzo di cibo e di vino, mangiatevi la vostra schifosa zuppa di piselli, visto che e` il piatto nazionale.Gnam!

- Inglesi: clienti ben voluti perche` lasciano sempre delle buone mance, e dicono quasi sempre "lovely", perche` non capiscono niente di buona cucina. Unico contro, essendo inglesi sono convinti che tutto il mondo possa capirli, quindi non si sforzano ne` a parlare lentamente e ne` a scandire le parole. Vorrei vedere voi a servire inglesi ubriachi o fatti, che parlano velocemente, con il loro accento alla Mr. Bean e riuscire a non dire almeno un paio di volte:
-Sorry! Can you repeat please?-
A voi amici d'oltremanica e larghi di manica (con le mance),vi vorrei vedere al mio posto in un ristorante in Italia, vi manderebbero a fanculo dopo cinque minuti.

- Italiani: quando trovano un cameriere italiano sono cosi` contenti che finalmente qualcuno possa capirli e tu sei felice di poter esprimerti nella tua lingua; ma attento al rovescio della medaglia: pretendono di venire all'estero e di andare in ristoranti pseudoitaliani e di mangiare come a casa loro; hanno infinite richieste, alcuni sono anche un po cafoni, e alla fine, dopo che li hai serviti di tutto punto e hai soddisfatto ogni loro richiesta, ti salutano e dicono:
- grazie e arrivederci- senza lasciarti un euro di mancia, oppure:
 - questo e` per te- e ti allungano
con sorriso compiaciuto 50 cent.
A voi turisti italiani dico:
- un po di apertura mentale sul cibo, non rompete, e siate meno tirchi.-

Il massimo sono stati una coppia di russi sessantenni, dove il marito pretendeva un menu` in russo, in Olanda poi, e che non spiccicava una parola d'inglese. Sembrava di giocare al "gioco dei mimi", eravamo proprio ridicoli.
Non c'e` niente da aggiungere, tranne che noi camerieri italiani siamo i meglio, capaci di adattarci ad ogni situazione, a comunicare in piu` lingue, a farci capire a gesti se occorre.
Quindi a voi clienti internazionali dico:
-laciate piu` mance e cagate meno in cazzo, altrimenti la prossima volta vi sputo nel piatto.-
Mai far arrabbiare chi vi serve il cibo, sara` peggio per voi, ricordatelo. Ah ah ah!!!!!!!!!!!!!!

domenica 12 maggio 2013

Van Ghogh Museum = sagra della porchetta

Dopo quaranta minuti di fila, mentre pensi:
- Ne vale la pena, dai, stai aspettando per visitare il "Van Ghogh Museum".-
 Appena superato l'ingresso, ti rendi conto di essere alla sagra della porchetta:
cocktail bar in bella vista, musica "a palla" e il delirio di gente.
Ok, non diperiamo e iniziamo il percorso della mostra.
L'esposizione si sviluppa su tre/quattro piani, non ne sono piu` sicura perche` tutto quel marasma mi ha confuso. Il percorso espositivo e` suddiviso seguendo le fasi pittoriche dell'artista, con validi collegamenti a pittori dell'epoca che lo hanno influenzato. Molto interessanti i supporti multimediali utilizzati per arricchire e rendere piu` appetibile e comprensibile la mostra.
Adesso passiamo ai contro, che hanno scatenato la mia polemica:
malposizionamento delle luci, con annessi riflessi sui quadri sia con vetro che senza, una cosa che mi ha sempre urtato i nervi ogni volta che ho visitato mostre al "Complesso del Vittoriano" di Roma e che, siceramente, in una mostra permanente di un artista, nel suo paese e nel museo a lui dedicato, e` improponibile; cercare di  spostarsi a destra e a sinistra per ammirare un dipinto senza il riflesso del faretto e` snervante. Segue la pletora di gente accalcata davanti ogni opera che alze il braccio, all'estremita` del quale regge uno smart phone per fotografare ogni singolo pezzo,  aggiungi una coppia di giapponesi attempati che fotografa anche ogni didascalia ed avrai il quadro completo della difficolta` di fruibilita` dell'espozione. Ma la cosa che piu` mi ha infastidito e` stata la musica a tutto volume e la gente che strillava, cavolo, siamo in un museo o alla sagra della porchetta?
Per me il museo e` come un tempio nel quale entrare in punta di piedi e  parlare sottovoce per non disturbare gli altri visitatori che vogliono godere dell'arte che si respirare all'interno di qull'edificio; a quanto pare in questo luogo non e` cosi`. Delusione enorme.



   

mercoledì 8 maggio 2013

Una giornatina al parco.

Una giornatina al parco ci voleva proprio. Chiacchiere, birre e spuntini con le mie colleghe ( Fede e Martina). Tutte a Vondelpark!!! http://it.wikipedia.org/wiki/Vondelpark




Sole caldo e temperatura mite, finalmente la Primavera e` arrivata anche a Nord del mondo.
Distese al sole, in modalita` pollo sul girarrosto,  si spettegola su vita e lavoro. Il parco e` ghermito di gente, non pensavo sarebbero stati cosi` numerosi i visitatori in un giorno feriale; pensandoci bene, una giornata cosi` calda non si sa` quando ricapitera`, allora tutti al parco:
le mamme con i bambini, i vecchietti in bici, "le squinzie" al sole, ma anche ragazzi che fanno Tai Chi in versione Fonzie, con jeans e giubbotto di pelle annesso, ci mancava solo la moto parcheggiata vicino sulla quale fare streaching; concedetemi un:
AH RIDICOLOOO!!!
La cosa piu` dura, tre birre e un bicchiere di vino dopo, e` stata andare a lavorare; pensando che fosse lunedi` e che si prospettasse una serata tranquilla, posso dire a posteriori:
Ma de che!
Cazzarola statevene a casa di lunedi` sera, non ci si crede, abbiamo avuto il pieno. Stanche di sole incominciamo a trasformarci in cameriere volanti. A fine serata ero come un disperso nel deserto, avevo allucinazioni a forma di letto. Fiu!!!finalmente e` finita. Letto e domani giorno free.
Oggi si ricomincia. E` un mondo difficile! Prendiamola a ridere, che e` meglio.